La Capaturə

La festa più bella era riunirsi in un cortile, in un androne, in un portico e festeggiare la Bellezza dei Grappoli, scegliere, mondare, esporre, offrire, Celebrare il meglio che Madre Terra ci regalava.

Palummellə

Bianca e mite come una Palomba, muta ed obbediente, infaticabile e silenziosa, obbediva ai comandi vocali del suo conduttore. Vederla lavorare, sudare, muggire, partorire è stata ogni volta una grande Emozione.

Lu Salterellə

La Danza dell’Allegria, del Movimento, del Corteggiamento.
Ritmo e Brio intorno ad un piccolo organetto che emanava Emozione e Gioia.

Lu Scassatə

La fatica più poderosa per dissodare a fondo zolle antiche: Svegliare la Terra profondamente e chiederLe le sue Sostanze migliori a nutrimento.
Decine di uomini sferzavano le Glebe con il bidente a mo’ di baionetta riducendo in terra soffice ciò che avrebbe accolto le barbatelle.

Lu Bicchijrə

Il Vino nella Misura-Base come simbolo di Amicizia e Stima. Poter offrire con Orgoglio le proprie capacità e proprietà. In pochi centilitri un Simbolo Importante: “Nu Bicchijere s’accette sempre e ‘n se neghe a nisciune!”

Lu Motopussibilə

Un piccolo trattore che rendeva fattibili i lavori di carico e trasporto a volte irrealizzabili con le antiche bestie da soma, in mezzo a quei terreni a volte “Impossibili” della nostra non sempre facile Terra.

Lu Sputinicchə

In Russo significava “Compagno di Viaggio”; fu Il primo Satellite che partì ad Ottobre del 1957 per segnare l’inizio della scoperta dello Spazio. Mai fu più azzeccato il soprannome messo ai piccoli Trattori costruiti sullo châssis della Topolino, veri “Compagni di Viaggio” degli Agricoltori volenterosi proiettati così verso il Futuro.

Lu Pruvilonə

Con i suoi acini grandi, dolci e dorati, la carnosa Uva da Tavola ha sdoganato l’Abruzzo dalla Guerra e dalla Povertà per accompagnarlo nel Benessere e nello Sviluppo.

Lu Cumplementə

Dal Latino Complementum significa non essenziale, non dovuto. Il Complemento significava ciò che si offriva in aggiunta ai pasti contrattualizzati nei lavori a giornata; il bicchiere fuori pasto, il pasticcino, la merenda. Pìjete nu Cumplemente! Favurisce!

La Tosaturə

Le docili pecore venivano portate al fiume; prima un buon bagno e poi la delicata tosatura. La soffice lana era l’antidoto alla cattiva stagione.
Dalle maglie della salute, ai coturni, alle preziose e artistiche coperte abruzzesi… Quanta ricchezza in quella povertà…

Lu Plotò

Dal Francese Plauteau, Platea, era la Cassetta in legno ad una sola Fila dove esporre, deporre e riporre il Frutto delle Vigne. La “Bellezza” della confezione, l’Immagine del Prodotto era affidato alle esperte mani di tante ragazze che popolavano le nostre campagne nel periodo del Raccolto.

La Festə

Per un Arrivo in Vita, una Creatura che nasce, un’Unione che si stringe, un Anniversario che si celebra. Il Vino il suggello di ogni gesto di Amore e Allegria.

La Scolə

Il luogo di Formazione, Informazione, Crescita e Conoscenza.
Dai Libri e dalle Aule dei piccoli paesi iniziava il Riscatto, la Conquista di una diversa posizione Sociale.

A Picciolə pe’ Rittə

L’Amore della Bellezza, l’Estetica della Natura. I grappoli si presentavano al mondo nella loro esuberanza con il gambo rivolto all’in su.

La Sposə

Emozione, Festa e Pianto accompagnavano la Promessa vestita di Bianco. La Gioia per una nuova Famiglia che si realizzava, ma anche un Dispiacere per l’annunciata Partenza. Andava via la Principessa di casa…

La Pascuiə

La Pesa Basculante. Davanti ad essa si confermavano le conquiste del Raccolto anno dopo anno. Lì si conosceva il “Peso” del lavoro di un intera Annata.

La Tavele Ammitə

La generosità del popolo abruzzese prevede che sia la tavola stessa, non appena imbandita, ad invitare i convenuti.
“Favuriscə” era invece l’imperativo che significava “Accomodati!”.

Lu OM (O-Emmə)

Il più grande compagno di lavoro, il fratello maggiore di tutti i mezzi di trasporto.
Chi lo possedeva e lo utilizzava, sfoggiava il suo carico prezioso diretto verso la Crescita e il Benessere.

A Pascə li Tucchə

L’umile lavoro di badare e pascolare i preziosi tacchini, fonte di ricca carne, variamente usata nelle nostre tavole.

Lu Sdijunə

Pane e Formaggio, Frittata o Salumi, sostanziose colazioni con ogni “Ben di Dio” ed un buon bicchiere di vino, accompagnavano l’incontro con la Fatica. Il sangue scorreva a rafforzare i muscoli per affrontare così la dura giornata.

Lu Randinjə

o Rand’indije (solo in Abruzzo Grano d’India), fu Cristoforo Colombo a portarlo dal Nuovo Mondo. Nessuno immaginava a quel tempo che sarebbe diventato uno dei Prìncipi della tavola povera. Era Festa quando s’asciujeve le marrocche e si cantava e s’abballeve fin’a notte…!

La Vrisculə

Detto anche lu Turciture, era il Torchio a cui spesso si chiedeva miracoli.
Si passavano e ripassavano le Bucce, a volte aggiungendo acqua per poter meglio spremere l’ultima goccia, il Succo, l’Anima della generosa Uva.

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